TERRITORIO
Le frazioni e le località di Fabbriche di Vergemoli sono: Gragliana, Vallico Sopra, Vallico Sotto, Vergemoli, Fornovolasco, Calomini, San Pellegrinetto e Campolemisi. Ognuno di questi luoghi presenta interessanti emergenze.
La storia di Vallico Sotto e di Vallico Sopra è molto simile. A Vallico Sopra vale una visita la chiesa romanica di San Michele che sorge, isolata, fra boschi di castagni. Vallico Sotto ha conservato le caratteristiche di borgo medievale e presenta interessanti strutture architettoniche come le abitazioni con portali e davanzali in pietra arenaria, arcate e imponenti inferriate. Vallico Sopra è immerso in una rigogliosa vegetazione con stradine in saliscendi e antiche strutture architettoniche.
Gragliana un tempo era chiamato Vallombrosa e vi si trovava l’hospitale de Garilliano, dedicato ai SS Marco e Leonardo, che fu trascinato via dalla piena del torrente Turrite nel XVI secolo. Da Fabbriche di Vallico è facilmente raggiungibile l’alpe di Matanna. Ai piedi del monte Penna, poco lontano da Vallico Sopra, si trova la famosa Buca di Castelvenere, un’ampia apertura che nei secoli passati è probabilmente stata un luogo di culto della fecondità.
L’etimologia del nome Vergemoli è controversa.Potrebbe derivare dalla posizione del paese che sorge sullo spartiacque di due valli: vallis gemina; oppure dal latino virga, vale a dire piccolo piantonaio, da cui deriverebbe il termine latino Virgemulum. Ancor a da Ver (radice di vertice), vale a dire luogo alto e da moli, nel significato di macine: il nome significherebbe perciò molini in alto (di cui c’è una numerosa presenza). Il termine potrebbe però richiamare anche un nome attestato intorno all’800: Gemini, ma anche nella variante Gemina (molto diffusa in Garfagnana) che potrebbe riflettere i termine geminus, riferendosi alla valle d fronte, appunto gemella.L’etimologia di Calomini potrebbe risalire appunto al latino callis minor, riferito probabilmente alle minori dimensioni del monte dove sorge il paese.
Campolemisi potrebbe invece derivare da Campolimiti richiamando la posizione di confine tra i domini tra i domini estensi, lucchesi e fiorentini; a seconda, forse meno attendibile, in Campo di Lemisi cioè dal nome de proprietario del primo campo ove sorsero gli insediamenti.
Il termine Fornovolasco, risulta legato alle attività fusorie del ferro ivi iniziate già in epoche medioevali; per la leggenda popolare è originato dal nome d un certo conte Volasco di Brescia, capo di una campagnia di bergamaschi e bresciani, giunti alle pendici delle Apuane perché richiamati dalla loro ricchezza mineraria.
San Pellegrinetto in origine ciamato Ale di Trassilico (in Montibus Trassilici), forse perché era dipendente dalla parrocchia di Trassilico.
Assunse il nome di S. Pellegrinetto dopo la costruzione di una chiesa intitolata a S. Pellegrino e per distinguersi dalla comunità di S. Pellegrino in Alpe.
Per quanto riguarda il termine Trombacco, in origine Trambacque, potrebbe risalire alla ua posizione tra due torrenti: potrebbe quindi significare entrambe le acque, cioè due corsi d’acqua.
Da segnalare sul territorio comunale due attrazioni turistiche tra le più conosciute in Italia e fuori dai confini nazionali: la Grotta del Vento, una delle grotte turistiche più famose ed apprezzate, e l’Eremo di Calomini, con la sua caratteristica costruzione all’interno della roccia.
SITI DI INTERESSE
Borgo di Vallico Sotto – Vallico Sotto – Fabbriche di Vallico
Chiesa di San Giacomo – Vallico Sotto – Fabbriche di Vallico
Chiesa di San Jacopo – Fabbriche di Vallico
Chiesa di San Michele – Vallico Sopra – Fabbriche di Vallico
Palazzo A. Loggiati – Fabbriche di Vallico
Palazzo Turrito – Fabbriche di Vallico
Palazzo Roni – Vergemoli
Oratori di San Antonio-Vergemoli
Grotta del Vento-Fornovolasco
Chiesa di Francesco-Fornovolasco
Chiesa di San Rocco-Calomini
Chiesa di San Tommaso-Calomini
Eremo di Calomini-loc. Eremo di Calomini
Chiesa di San Pellegrino-San Pellegrinetto
Chiesa della Madonna della Neve-Campolemisi
Vecchi mestieri di Fosco Bertogli
Nella Val di Turrite esistono ancora oggi alcuni vecchi mestieri. La Val di Turrite era nota per tre particolari attività:
• la lavorazione del ferro (fabbro);
• la lavorazione della castagna (mugnaio);
• la lavorazione del legno (bottaio);
Fabbro
Quella dei fabbri era uno dei mestieri più diffusi nella vallata e contribuiva non poco all’economia del territorio. Oggi questo mestiere è quasi scomparso e si deve alla famiglia Graziani se ancora una fucina è in attività. Infatti, località Gragliana esiste uno dei pochi laboratori del ferro che utilizzano ancora un grosso maglio azionato ad acqua. Si dice sia il più grosso d’Europa.
Mugnaio
Quella del mugnaio era un’attività molto diffusa, non tanto per la macina del grano, ma per quello della castagna. Infatti il territorio del Comune di Fabbriche di Vallico era ed è formato prevalentemente da boschi di castagno. E la raccolta della castagna era praticata da tutti. Nel 1950 si contavano nella valla circa 30 mulini in funzione. Con l’abbandono della montagna da parte della gente questi mulini, uno dopo l’altro, hanno chiuso tutti. Recentemente il Comune di Fabbriche di Vallico a pensato di acquistare e riportare in attività un mulino del 1726 (acquistato dagli eredi Rigali). E’ Stata una scommessa, diciamo così, con lo scopo di riaprire un’attività produttiva e utilizzare questa struttura ad uso didattico. La scommessa è riuscita oltre le più rosee aspettative. Numerosi sono stati i visitatori e le presenze di TV locali ed anche estere. L’Associazione Castanicoltori della Val di Serchio ha ottenuto dalla Regione Toscana la “DOP” (denominazione di origine protetta). E le castagne devono passare da questo mulino per avere la certificazione.
Bottaio
In una valle molto ricca di legname e, in particolare, di legno di castagno, non poteva mancare chi lavorava questa importante risorsa: il bottaio. Questo artigiano costruiva recipienti in legno di castagno (botti, barili, tini, …) molto indicati per la conservazione del vino. Anche questo antico mestiere si trova in via di estinzione. Oggi esiste un solo laboratorio in Focchia ed è condotto da Malviventi Carlo.
A. Verzani, Fabbriche di Vallico. Aspetti culturali del territorio, edito a cura della Comunità Montana della Mediavalle